La tua poesia parla d’amore come ricerca e scoperta.
È un amore disperato, incompleto, deludente, passionale, simbiotico, salvifico.
Non “tigre contro tigre” ma “tigre con tigre” (Nella mia selva….) per sognare insieme e affrontare la realtà che infrange i sogni (Dentro il corpo c’è un dolore).
Serpeggia il desiderio di un amore spensierato in cui prendersi per mano e percorrere il futuro.
Può essere anche la mano di una donna che sappia capire le altitudini dei desideri e gli abissi del dolore, che possa comprendere quanto sia difficile rimanere in equilibrio fra cielo e baratro (Le ho raccontato). La donna, così importante nella tua poesia, sa guardare con coraggio gli sprazzi di sereno minacciati da nubi di tempesta pronte a inghiottirli (Le nuvole si nutrono di blu), sa rievocare le presenze importanti trascinate via dalla corrente della vita, persone che hanno lasciato impronte nell’anima, zaino colmo di ricordi (Sulla riva del fiume).
La poesia è l’amica che, sola, scioglie i nodi dell’ansia (Poesia selvatica) e riempie i vuoti del vivere (Il vuoto).
Ti è cara l’immagine dell’acrobata che esprime la fatica di stare in equilibrio fra amore e dolore, tenerezza e rabbia. La fiera, credo, compatta il tuo essere dandogli un senso e aiutando il suo equilibrio (L’anima ostinata).
L’aspirazione alla perfezione si accosta all’imperfezione di cui è curiosa: Venere perfetta si incuriosisce di fronte all’imperfezione dell’esistenza perché ciò che è imperfetto appare molto più interessante di ciò che non lo è (Stagioni). Oltre alla dea Venere, c’è una musa, la Musa dell’incertezza; penso che solo reggendo lo spaesamento si attraversi la selva e ci si individui. L’incertezza è a volte più fertile dell’assoluta certezza. A volte perdersi, perdere la strada apre nuovi orizzonti soprattutto se si è in due. (Noi e la strada)
Ami i contrasti (cielo e abisso, gioia e dolore, luce e ombra, silenzio e rumore, immaginazione e realtà, solitudine e simbiosi), che scandiscono i giorni dell’esistenza o da cui sono scanditi. Il soggetto e l’oggetto, l’amante e l’amato, sono entrambi attori protagonisti di una trama dalle parti intercambiabili.
Recensione di Aurelia Rossi