<<In ogni selva c’è una tigre che sgomenta, che fa sentire il suo ruggito, che altera il caos della selva in cui vive: nella mia poesia è la tigre, una creatura tormentata e forte, che si lecca le ferite per ricordare il sapore e sono proprio queste che creano il suo particolare manto a strisce>> [Moka]
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Ho conosciuto da poco Moka, allo Spazio Moderno di Arona, durante la personale di Giancarlo Fantini, ai cui quadri lei ha appeso di lato una serie di poesie. Ho avuto così l’occasione di leggere l’ultima sua silloge, ben curata tipograficamente, “Nella mia selva sgomenta la tigre” [“Le Mezzelane Casa Editrice” di Santa Maria Nuova (AN), con progetto grafico di Gaia Gicaloni]: <<In fondo alla radice dei tuoi sogni,/ dove si nasconde la tigre,/ là, nei tuoi occhi io ti vedo>>. Nella sua prefazione, Simone Santi ci introduce subito nella poesia di Monica Zanon, scrivendo <<Già nel suo incipit Moka ci invita a entrare nella “sua” selva, luogo che è già un “dove” letterario col suo carico di suggestive evocazioni dantesche, e al contempo e in senso più letterale che allegorico un “dove” interiore, all’interno del quale la poetessa traduce in espressione artistica il suo particolare “vedere” e “sentire” riguardo se stessa e il mondo che la circonda>>.
Con questo viatico del critico mi addentro nelle strofe di Moka, per cogliere le mie sensazioni. Rilevo subito nell’autrice una propria peculiarità: l’esuberanza e la freschezza del ritmo e quella fecondità inesauribile, visionaria, nella ricerca delle immagini: <<C’è una luce diversa oggi,/ una luce che inonda le case,/ i prati non sembrano essere mai stati/ così verdi./ Il vento è una piacevole carezza: lasciva mi spoglio delle incertezze>>
Recensione di Giuseppe Possa, potete continuare a leggere l’articolo sul Blog “La Scintilla”.