“Nella mia selva sgomenta la tigre” è una silloge di poesie di Moka edita da Le Mezzelane nel 2018.
Si è mai pronti per entrare a mani nude e cuore esposto nella selva della vita?
Quanto può spaventare l’ipotesi di incontrare la tigre che ivi dimora?
Meglio muoversi fiduciosi oppure essere guardinghi?
“Ti vengo a prendere con quel camper
coperto di foglie e nuvole:
dammi la mano e le paranoie. (…)”
La selva forse è metafora dell’anima e la tigre è custode del sentire selvaggio, poesia primigenia.
Spazio fisico e sentimenti astratti, entità da attraversare per poterle conoscere, quindi domare. E da esse estrarre la linfa di antiche ferite per tradurla in versi.
“La poesia sale
come la fermentazione dell’uva
e del legno aggiustato dalle stagioni,
tra le onde di un Lago remoto (…)”
Mentre avanziamo tra le pagine, sullo sfondo appare di tanto in tanto il Lago, luogo di pace e rigenerazione, zona franca dove sentirsi protetti, rifugio ma anche creatura viva. Quasi un alter ego dell’autrice.
Per lenire il dolore dell’esistenza, nelle liriche non è meno importante lo specchio del sentimento d’amore, mai frivolo, mai sdolcinato. Una presenza salvifica.
“(…) la tua pelle bianca
sarà la mappa della mia notte,
sarà il mio braille
per i mondi che ancora non vedo.”
[…]
Potete leggere la recensione completa di Cristina Sferra su Letteratura e Cultura al Femminile