Menu
Moka
  • Benvenuti!
  • Chi sono
    • Libera Professionista
      • Eventi organizzati
      • Curatrice Collana Poesia digitale “I Girini”
        • La pioggia l’inchiostro – video lettura
        • Ama con rabbia – nota poetica
  • Che cosa scrivo
    • Lo spazio buio dei segreti
    • Metamare
    • Vuoti d’aria
    • L’arte di osservare il bosco
    • Buchi temporali
    • Un tempo assente
    • Nella mia selva sgomenta la Tigre
    • Difettosa
    • La Casa dell’Indigeno
    • L’orso logorroico
    • Verrà la Notte, avrà la tua Luce
    • Note poetiche
      • Pepe ha gli occhi magici di Alessandra Montesanto
      • L’ira notturna di Penelope di Antonella Sica
      • Un tentativo di gioia di Giovanni Granatelli
      • A oriente di qualsiasi origine di Annalisa Rodeghiero
      • Corpo della gioventù di Alessandra Corbetta
      • Il gesto è compiuto di Adriana Tasin
      • 6090 (SessantaNovanta) di Diego Baldassarre
      • Bianco spino di Maria Mancino
      • Il silenzio degli alberi di Ilaria Biondi
      • Nella carne e nel sangue rugge una madre di Rossana Oriele Bacchella
      • Memento vivere di Donatella D’Angelo
      • Come carta di riso di Alessandra Montesanto
  • Il covo per anime selvatiche
    • Storie di alberi
      • L’albero di Eucalipto
    • Ospiti selvatici
      • Basta sogni – Diego Baldassarre
      • Ho vissuto abbastanza – Camòrs
      • È poesia – Maria Mancino
Moka

Chi cerca trova

Nella mia selva sgomenta la tigre – Un uso non convenzionale del punto di vista

Posted on

“Nella mia selva sgomenta la tigre” è una silloge di poesie di Moka edita da Le Mezzelane nel 2018.

Si è mai pronti per entrare a mani nude e cuore esposto nella selva della vita?

Quanto può spaventare l’ipotesi di incontrare la tigre che ivi dimora?

Meglio muoversi fiduciosi oppure essere guardinghi?

“Ti vengo a prendere con quel camper
coperto di foglie e nuvole:
dammi la mano e le paranoie. (…)”

La selva forse è metafora dell’anima e la tigre è custode del sentire selvaggio, poesia primigenia.

Spazio fisico e sentimenti astratti, entità da attraversare per poterle conoscere, quindi domare. E da esse estrarre la linfa di antiche ferite per tradurla in versi.

“La poesia sale
come la fermentazione dell’uva
e del legno aggiustato dalle stagioni,
tra le onde di un Lago remoto (…)”

Mentre avanziamo tra le pagine, sullo sfondo appare di tanto in tanto il Lago, luogo di pace e rigenerazione, zona franca dove sentirsi protetti, rifugio ma anche creatura viva. Quasi un alter ego dell’autrice.

Per lenire il dolore dell’esistenza, nelle liriche non è meno importante lo specchio del sentimento d’amore, mai frivolo, mai sdolcinato. Una presenza salvifica.

“(…) la tua pelle bianca
sarà la mappa della mia notte,
sarà il mio braille
per i mondi che ancora non vedo.”

[…]

Potete leggere la recensione completa di Cristina Sferra su Letteratura e Cultura al Femminile

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Chi cerca trova

Articoli recenti

  • Presentazioni marzo – aprile
  • Metamare – recensione sul sito Cultura al Femminile
  • Lo spazio buio dei segreti – presentazione
  • Lo spazio buio dei segreti – traduzione
  • La pelle non dimentica – Primo Premio

Seguitemi

Follow by Email
Facebook
Facebook
YouTube
Instagram
©2023 Moka | WordPress Theme by Superb WordPress Themes