
Un uomo che, nonostante tutto, sa stupire con un “paragrafo di gioia”.
La poesia di Giovanni Granatelli è asciutta e schietta, quasi giornalistica; una scrittura intrisa di metafore che tolgono il respiro come il “napalm della chemio”, in cui sentiamo l’esplosione, la distruzione dentro il corpo, il sangue arde e le ossa “curate” ci fanno barcollare di fronte al precipizio. Alcune poesie, come “Scirocco” e “Luna Park”, mi hanno riportato alla mente le canzoni di Van De Sfroos, un cinismo mascherato, ma non troppo, di un uomo che, nonostante tutto, si sa stupire e sa stupire, addirittura con “un paragrafo di gioia”.