Menu
Moka
  • Benvenuti!
  • Chi sono
    • Libera Professionista
    • Curatrice Collana Poesia digitale “I Girini”
      • La pioggia l’inchiostro – video lettura
      • Ama con rabbia – nota poetica
  • Che cosa scrivo
    • Lo spazio buio dei segreti
    • Metamare
    • Vuoti d’aria
    • L’arte di osservare il bosco
    • Buchi temporali
    • Un tempo assente
    • Nella mia selva sgomenta la Tigre
    • Difettosa
    • La Casa dell’Indigeno
    • L’orso logorroico
    • Verrà la Notte, avrà la tua Luce
    • Note poetiche
      • Pepe ha gli occhi magici di Alessandra Montesanto
      • L’ira notturna di Penelope di Antonella Sica
      • Un tentativo di gioia di Giovanni Granatelli
      • A oriente di qualsiasi origine di Annalisa Rodeghiero
      • Corpo della gioventù di Alessandra Corbetta
      • Il gesto è compiuto di Adriana Tasin
      • 6090 (SessantaNovanta) di Diego Baldassarre
      • Bianco spino di Maria Mancino
      • Il silenzio degli alberi di Ilaria Biondi
      • Nella carne e nel sangue rugge una madre di Rossana Oriele Bacchella
      • Memento vivere di Donatella D’Angelo
      • Come carta di riso di Alessandra Montesanto
  • Il covo per anime selvatiche
    • Storie di alberi
      • L’albero di Eucalipto
    • Ospiti selvatici
      • Basta sogni – Diego Baldassarre
      • Ho vissuto abbastanza – Camòrs
      • È poesia – Maria Mancino
Moka

Chi cerca trova

Nella mia selva sgomenta la tigre – Tigre! Tigre!

Posted on

“Tigre!Tigre! Divampante fulgore/ nelle foreste della notte,/Quale fu l’immortale mano o l’occhio/ ch’ebbe la forza di formare la tua/ agghiacciante simmetria?(…)” scriveva William Blake per simboleggiare la sofferenza che deriva dall’esperienza umana.

Moka, autrice di questo delicato libro di poesie, promuove il nobile felino a simbolo della poesia stessa. La poetessa si immedesima con la tigre fino a tal punto da utilizzare lo sguardo penetrante del “felino – poesia” per osservare la “realtà- selva” che la circonda. E in questa selva ascoltiamo suoni che provengono dal tubo catodico (“Dentro il corpo c’è un dolore”) e rumori che non vorremmo ascoltare (Violenza domestica). Le stagioni sono imperfette (“Stagioni”) come imperfette sembrano sempre le parole al poeta.E poi c’è il lago, che mitiga tutto e tutto culla. Sulle acque del lago si riflettono gli occhi della Tigre che diventano malinconici (“La voce della notte d’estate”), mentre attorno papaveri “si baciano/ infatuati/ di passioni ribelli (…)” ( “Tra i Papaveri”) e “Gigli rossi” sbocciano indifferenti alle traversie umane. La Tigre ascolta “ Le chiacchiere della pioggia” e costruisce “Castelli in aria” sognando l’abbandono assoluto dei campi assolati. Il lago, chiave di lettura degli umori (“La chiave di lettura”), attraversa anche i sogni. E nei sogni tutto avvolge, anche la vita (“Storia di un sogno”). Moka con questa silloge dà prova di grande sensibilità poetica e regala parole che sanno graffiare a fondo l’animo del lettore.

Recensione di Diego Baldassarre

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Chi cerca trova

Articoli recenti

  • Metamare – recensione sul sito Cultura al Femminile
  • Lo spazio buio dei segreti – presentazione
  • Lo spazio buio dei segreti – traduzione
  • La pelle non dimentica – Primo Premio
  • Difettosa – Menzione d’onore

Seguitemi

Follow by Email
Facebook
Facebook
YouTube
Instagram
©2023 Moka | WordPress Theme by Superb WordPress Themes