“Un tempo assente” è un mazzo di fiori, alcuni dei quali hanno colori tenui, altri smaglianti. È una composizione fatta di contrasti in cui le ‘assenze’ evocano la ‘presenza’ di ricordi, desideri e fantasie proibite. La corporeità tangibile della natura che irrompe tra i versi affluisce nella corrente invisibile dei sentimenti e delle emozioni.In ascolto del ‘silenzio’, scopri il ‘rumore’ del tuo respiro e dei tuoi sogni.A tratti la tua poesia si fa prosa, segna il passo, descrive poi, con una piroetta da equilibrista, vola prendendo per mano la nostalgia per ciò che è stato e per ciò che non è.L’impulso ad ‘esplorare’ lontano nel tempo e nello spazio abbraccia il desiderio di ‘tornare’ a casa per gustare i sapori agrodolci dei luoghi e dei tempi familiari. Il Lago, dio pagano ispiratore di versi, è il tuo paradiso terreno. Il desiderio di eternità traspare nello sguardo rivolto al ritmo vorticoso delle stagioni che corrono verso la loro fine, per poi rinascere. La finitezza dell’essere umano si rende eterna nella Poesia, dea onnipresente che ti rivela e ti nasconde. La Poesia e il Lago sono simbolo di eternità, dove il tempo è assente. Ma l’assenza conduce anche alla ‘libertà’ di soffrire, e solo il soffrire porta alla guarigione.“Un tempo assente” ne è l’inizio.
Recensione di Aurelia Rossi