Si apre con un’immagine forte e allo stesso tempo leggerissima, la silloge di Moka, quasi a voler sottolineare il legame stretto che l’autrice intrattiene con l’elemento aria e insieme la possibilità di farne esperienza attraverso la pratica del volo, che le è congeniale sia in senso fisico che in senso metaforico e, aggiungerei, anche poetico per quel suo planare lieve sulla pagina con versi scelti che sanno portare sulla terra ampi scorci di cielo esistenziale.
Maria Cristina Sferra, artista, fotografa e poetessa, scrive di “Vuoti d’aria” la sua recensione sul Portale Cultura al Femminile