È il luogo dove abita la poesia, il luogo dove sono nata e cresciuta, l’azienda agricola dei miei genitori, conteso tra il blu del Lago Maggiore e il verde del bosco, dove ho imparato ad amare la natura, a leggere da essa, prima che dai libri.
È una terra viva e aspra che ha saputo accogliere la nuova vita della mia famiglia: mio padre è arrivato dal Veneto, da bambino, con la valigia di cartone viaggiando in terza classe, e mia madre dalla Toscana, vedova troppo giovane, insieme ai miei due fratelli.
Questo covo è una perla incastonata sulla sponda piemontese del Lago Maggiore, si può raggiungere inerpicandosi per le vie del centro storico di Solcio di Lesa, in passaggi stretti e anomali, tra le case la strada tortuosa, in cui vigono regole e codici diversi rispetto a quelli imparati a scuola guida, sale sulla collina e conduce gli occhi alla meraviglia: la presenza costante e, ogni giorno diversa, del Lago. Arrivati alla Chiesetta di S. Antonio si apre la piazzetta: è un anfiteatro sulla bellezza in cui l’anima viene rapita dal sogno.
L’importante linea ferroviaria Milano – Domodossola e Milano – Svizzera è il confine tra la civiltà e la selvaticità del nostro covo.
Vivere in questo luogo non è semplice, ma straordinario.
Il covo per anime selvatiche è un luogo vivo, un luogo di incontri, con la poesia e la natura, un rifugio dove ritrovare se stessi, una tana dove potersi sentire a casa, dove si coltivano bellezza e genuinità.
Qui troverete tutta la poesia che lo abita attraverso le immagini, le parole e naturalmente le persone. È bellezza offerta a chi vorrà accogliere e per chi avrà il desiderio di raccontare.
Moka