Monica Zanon, Vuoti d’aria (Le Mezzelane, 2021)
In ‘Vuoti d’aria’ di Monica Zanon la parola oscilla tra gioco e sentimento, tra origini e sogno. Si avvertono due momenti ben distinti, eppure, collegati in diversi punti: meccanica e natura si uniscono come sorelle. «Avvolta in una tuta da meccanico, / con la malinconia liquida nel petto, / volevo fare il pilota d‘elicottero».Il desiderio di prendere quota oltre i campi coltivati, osservare dall’alto i frutti della terra. Le parole si fanno strati di cielo e fiori; «I sogni si stemperano nel Lago / come languidi risvegli,/ un saluto fra le specie antiche / di rododendri e camelie / riportano alla vita […]».Cantare l’infanzia con un velo di malinconia nella voce… continua a leggere su Versolibero
Grazie a Patrizia Baglione, poetessa e coordinatrice del blog.